Dichiarazione di Matteo Bracciali (PD), segretario comunale Pd Arezzo
Possono le norme e la giurisprudenza determinare condizioni di iniquità? A volte si. Talora anche su temi sensibili come quello della tutela dei più fragili.
Recenti pronunciamenti della Corte di Cassazione e il messaggio INPS n. 003495 del 14/10/2021 sanciscono un principio non condivisibile: gli invalidi civili parziali con punteggio tra il 74% e il 99%, per aver diritto alle provvidenze economiche previste per loro (per il 2021 è previsto che percepiscano € 287,09 per 13 mensilità se hanno redditi inferiori a € 4926,35), non potranno essere impegnati in attività di lavoro a prescindere dall’entità del reddito che verrà prodotto.
Si struttura e rischia così di imporsi un orientamento giurisprudenziale che fino ad oggi, anche in sede di concessione del beneficio su ricorso al Giudice al Lavoro, non aveva trovato applicazione sistematica.
E dire che pochi anni fa la stessa INPS si era pronunciata in termini diametralmente opposti (v. messaggi INPS 3043 e 5783 del 2008).
Chi viene colpito da questa interpretazione normativa?
Soggetti in condizione di fragilità che per dare dignità alla propria condizione e sollievo economico alle famiglie di appartenenza si tengono in attività. Spesso sono giovani che incontrano nel proprio cammino di vita una malattia, persone che hanno scelto modesti part time per conciliare impegni di lavoro con le esigenze della famiglia.
Da domani potrebbero essere colpiti anche i minorenni, oggi titolari di prestazioni economiche per invalidità, che, al passaggio alla maggiore età saranno costretti a scegliere tra lavoro e assistenza. Non è proprio possibile una dicotomia che divide chi lavora da chi non lavora perchè ciò significa escludere la maggior parte delle persone con disabilità dai percorsi lavorativi che neppure inizieranno. Non solo: anche chi può lavorare a questo punto non lo farà più perchè sarà più conveniente tenere la pensione, disincentivando quindi percorsi di autonomia e di inclusione contro le normative principali: prima fra tutte la Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità che, lo ricordo, è legge dello Stato e non una semplice dichiarazione di intenti
Il Partito Democratico si impegnerà in Parlamento con un emendamento al decreto fiscale che ristabilirà in tempi rapidi giustizia e il ripristino del beneficio, come ha anticipato il Ministro al Lavoro Orlando.